
Quanto guadagna un pugile?
Quanto guadagna un pugile? Un pugile in Italia guadagna tra i 400€ e 1500€ in media a incontro (match).
Il Guadagno di un pugile è generalmente dato dal suo lavoro primario e con il pugilato riuscirà ad arrotondare lo stipendio, tuttavia alcuni pugili percepiscono uno stipendio e possono dedicarsi esclusivamente al pugilato, anche in Italia.
“Se guadagno 1000€ per un incontro è andata veramente bene ed è raro”.
“Inoltre mi è capitato di disputare anche incontri per 400€ pur di combattere anche sapendo di perdere”.
“Faccio questo solo per passione, perché amo combattere”.
“Per quanto riguarda un giovane che debutta nel professionismo, le prime borse mediamente si aggirano tra i 100 e i 150€”.
“La mia borsa nemmeno la vedo perché la lascio al mio maestro, così almeno si ripaga il match e non lo devo pagare io”
“Ciò che guadagno tramite gli sponsor e collaborazioni social ad esempio, rimane a me”.
Questo quanto espresso da più atleti professionisti con molta esperienza nel settore in termini di notorietà, vittorie e match disputati, durante varie chiacchierate ma ovviamente tutto dipende anche se il pugile lo fai di mestiere o come passione.
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Prima di debuttare nel professionismo inoltre l’atleta durante la sua “gavetta” da dilettante avrà davanti a sé molte spese, ad esempio oltre a tutte le spese già in essere legate all’iscrizione alla propria A.S.D. ci saranno le visite mediche specifiche e obbligatorie, spese per la corretta nutrizione, attrezzatura sportiva professionale (guantoni, scarpe, paradenti personali), eccetera.
Non tutti hanno la fortuna di avere Sponsor forti e che aiutano. Soprattutto nel dilettantismo il primo sponsor è la palestra o la famiglia e a volte questo è un freno alla carriera anche per gli atleti più meritevoli.
Alcuni ragazzi hanno la fortuna di avere il supporto economico della famiglia, altri pugili invece (la maggioranza) si fanno 8/10 ore di lavoro e a fine turno lavorativo si recano in palestra cercando in se stessi lungo il tragitto la motivazione per continuare e dare il massimo di se stessi ancora una volta, giorno dopo giorno.
Si può vivere di pugilato in Italia?
In Italia si può vivere di pugilato, ma bisogna farsi notare e bisogna volerlo. In un mondo in continuo cambiamento, bisogna essere imprenditori di se stessi, essere vincenti, creare interesse attorno a se e farsi notare dalle organizzazioni pugilistiche che spingono sempre più il pugilato italiano verso il modello estero.
Un esempio in Italia oggi è la Opi Since 82 (Organizzazione Pugilistica italiana) che sta accendendo sempre di più i riflettori sugli atleti e sul mondo della Boxe in Italia.
Dopo la recente riunione pugilistica del 13 maggio 2022 con il Main event Daniele Scardina Vs. Giovanni De Carolis, ha dimostrato che il Pugilato italiano esiste e si fa sentire riempiendo l’Allianz Cloud di Milano.
Difficile ricordare una riunione pugilistica in Italia con così tante persone, per di più trasmessa su una emittente di spicco come DAZN in collaborazione Matchroom boxing.
Il 7 novembre 2018 di fatto, Opi Since 82, Matchroom Boxing Italy e DAZN hanno unito le forze per riportare in Italia la boxe di alto livello.
Tutto questo getta le basi per un cambiamento positivo nella scena del pugilato italiano, creando interesse e coinvolgimento sia verso atleti emergenti e atleti professionisti che si stanno affacciando oggi su questi palcoscenici, sia verso il pubblico che vuole eventi di questa portata in Italia.
Essere un Pugile della “scuderia” OPI offre dunque un trampolino di lancio a livello mondiale, uno stipendio e la possibilità di allenarsi e fare il pugile per professione.
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Quanto è importante per un pugile o per un fighter essere presente sui social?
Essere presente sui social è fondamentale. Il mondo dei Social network se sfruttato correttamente possono aumentare la propria visibilità per riuscire ad emergere in questo mare di pesci.
Tu ad esempio conosci la Community Instagram pugile da tastiera? e hai mail letto questo articolo?
Cosa significa essere il Manager di un pugile?
Il manager è quella figura che si preoccupa di organizzare, valutare e proporre al pugile eventuali possibilità di match e prima del combattimento, ad ogni evento, negozia la “borsa” da sottoscrivere nel contratto. Ogni manager ha una sua percentuale di guadagno che varia mediamente tra il 10 e il 30% della borsa pattuita.
Questo significa che sulla borsa pattuita, il pugile incasserà per l’incontro la borsa pattuita al netto (tolta) la percentuale del manager.
Inoltre il guadagno di un pugile dipenderà da quanti incontri (match) riuscirà ad affrontare nell’arco dell’anno.
In Italia la carriera di un pugile è alimentata dalla passione, non certo dal guadagno. Questo vale anche per la maggioranza dei fighter italiani delle varie discipline degli sport da combattimento.
Ci sono eccezioni, pugili professionisti che hanno aperto palestre e che si sono riusciti a creare uno stipendio fisso mensile grazie alla propria notorietà.
Tuttavia non tutti possono avere questa fortuna. La chiamo fortuna perché oggi e forse più che mai in Italia, aprire una attività di qualsiasi tipo è un “lancio nel vuoto” e può andare bene come male o malissimo soprattutto se pensiamo a tutte le palestre che in periodo Covid hanno cessato di esistere.
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Quanto guadagna un pugile in America?
Quanto guadagna un pugile? In America si stima che il guadagno di un pugile professionista sia poco più di cinquanta mila dollari l’anno, cioè circa 3500 € al mese. Fonte
Esistono però pugili molto noti come Floyd Mayweather che nel Maggio 2013 ha guadagnato circa 32 milioni di dollari per aver disputato il suo incontro con l’avversario Robert Guerrero.
Robert Guerrero ad esempio per lo stesso incontro ha ricevuto solo 3 milioni di dollari per lo stesso combattimento.
La paga La paga per i pugili professionisti chiamata in gergo “borsa” varia molto in base a diversi fattori e variabili di conseguenza sarà diversa per ogni pugile e non sarà la stessa per ogni match, ad esempio:
- notorietà del pugile
- notorietà dell’ente di promozione (promotion dell’evento)
- sponsor
- interesse dell’evento in ottica di visibilità commerciale
- accordi tra i manager dei rispettivi pugili
- ecc..
A causa di diverse variabili, la “borsa” sarà diversa per ogni pugile e non sarà la stessa ad ogni nuovo match.
Cosa significa essere un pugile?
Chi pratica lo sport del pugilato a livello dilettantistico o professionale viene definito pugile, cioè un atleta che svolge regolarmente incontri di pugilato di tipo agonistico.
Essere pugile significa dedicarsi giornalmente alla propria preparazione atletica in vista di incontri prefissati.
Incontri volti al conseguimento di tornei regionali, nazionali, europei, mondiali e contraddistinti dalle differenti cinture in palio.
Essere pugile significa avere la mentalità da professionista già da subito, senza lasciare nulla al caso.
Nutrizione, costanza negli allenamenti e corretta preparazione atletica, monitoraggio sanitario e visite specifiche.
Tutto questo è alla base di un atleta che decide di diventare pugile o fighter, perché questo discorso vale per qualsiasi sport da combattimento o sport in genere.
Tutto questo ovviamente se hai l’obbiettivo di diventare un professionista.
Chi si diletta nel pugilato tralasciando anche solo uno di questi aspetti, non è interessato a diventare un professionista e rimarrà solo un amatore.
Amatore significa avere l’obbiettivo di divertirsi per passione oppure semplicemente migliorare il proprio aspetto fisico rimettendosi in forma.